martedì 10 febbraio 2009

LA PACE IRRAGGIUNGIBILE


Questa sera, tornando a casa da scuola, ascoltavo per radio (radio 1) una brevissima trasmissione dedicata alla Giornata del Ricordo. Oggi è il 10 febbraio. Mentre ascoltavo, pensavo a come ogni tragedia abbia bisogno di tempo per essere ascoltata, recepita e accolta dalle popolazioni. Per molti anni - nessuno può ormai negarlo -  abbiamo rimosso le foibe; non se ne parlava soprattutto perché non vi era un terreno favorevole per poterlo fare. Oggi, grazie alla Giornata del ricordo, il 56% degli italiani sa cosa sono le foibe, mentre prima, sì e no il  20%, sapeva cosa fossero (almeno così informava per radio il Presidente dell'Associazione). La giornalista che conduceva la trasmissione ricordava il dramma di coloro che erano stati costretti a lasciare la loro terra, le loro case, il lavoro. Parlavano di una "grande ferita" che difficilmente guarisce e del trauma di un popolo, di più generazioni. 

Il XX secolo è ormai celebre per le sue tragedie: la Shoah, i lager sovietici, lo sterminio degli Armeni..., e la storia ci insegna che non ci sono i "buoni" e i "cattivi" ma che ogni popolo, ogni essere umano porta in sé luce e ombre, contraddizioni, incoerenze.
Tanti sono stati costretti a lasciare le loro case.
Oggi, se ci sono tanti immigrati che invadono "le nostre città" è perché miseria, regimi, guerre costringono le persone a fuggire pur di darsi una speranza di vita migliore. Per questo non posso non sentirmi una privilegiata e quindi non vorrei "pontificare" dalla comoda poltrona sulla quale sono ora seduta.
Non so perché, ma tra le tante tragedie, quelle dei popoli di Israele e di Palestina continuano a catalizzare la mia attenzione. Mi sento coinvolta e responsabile in quanto cittadina italiana e europea.  
Sempre navigando su internet mi sono imbattuta in questo video della CBS che propongo di seguito. Mi sembra ben fatto e che possa aiutare a conoscere lo stato d'animo di molti arabi palestinesi. 



Per un approfondimento del Giorno del Ricordo, segnalo invece questo sito:


Le tragedie sono ben diverse, ma sono comunque sempre tragedie per chi le vive. 

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